pubblicato in MAREA 2025/1
All’inizio è il nulla e il nulla a poco a poco si fa memoria, cellula dopo cellula, tessuto dopo tessuto, diversificandosi e ampliandosi. E poi la luce. E piano piano emerge una memoria che è sapere, conoscenza, coscienza, mentre si fa crescita, diversificazione, generazione e rigenerazione.
E poi, dalla pienezza avventurosa della crescita tutto si muove e via via è trasformazione, dimenticanza, sottrazione, privazione, cedimento, scomparsa, perdita, lutto, mentre la memoria è frammento, decantazione, distillato, gesto. E infine c’è la morte.
Si cammina verso la fine. Una certezza che non arriviamo a capire, il nulla che mi ha preceduta e mi aspetta.
Anche il nulla è una pienezza, una parola che in italiano si differenzia da culla solo per la consonante iniziale. Il nulla è una densità concentrata nel DNA, filo lunghissimo che ci lega all’emergere della specie e, lungo la catena di mutazione sconosciute, al vivente terrestre.
Una pienezza che è la prossimità estranea da cui vengo e l’insondabile polvere in cui vado.
Dalla nebbia opaca del nulla recuperiamo reperti di memoria materiale e affettiva, culturale e morale, oggetti e parole con cui costruiamo e arrediamo il presente e la durata di ogni vita. Scopriamo e accettiamo il cammino verso la morte dentro i più diversi sentimenti della vita. Siamo simili, mai uguali.