Parole da casa: sole d’aprile

Il fiore del tarassaco è il sole
disegnato da un bambino
sulla pagina verdissima del prato
con puntigliosa precisione
la viola è un abito da cerimonia
messo in vetrina per un maggiolino indeciso
che sogna una nuova stagione
da indossare
mentre aspetta la sua peonia
da abitare
più alti ondeggiano i narcisi
arrivati all’inizio di marzo
accanto i tulipani con le larghe foglie
completano lo sfarzo ai bordi del giardino
fermando l’avanzata della menta
che s’intrufola con pazienza
fino alla salvia sorpresa
da un gelo imprevisto nella fioritura
Ora si stende più robusta
espande le sue foglie polverose
fino al cespuglio con le bacche rosse
formando una stanza ombrosa
sopra un lettino di trifoglio
amato dal mio gatto che riposa
con l’occhio semichiuso vigile
pronto a ghermire qualsiasi cosa
sul suo tetto di rami posa una foglia
caduta lo scorso autunno
e conservata dall’inverno
ora esposta
come nella teca di un museo aperto
reperto che ricorda il mutare senza sosta
e forse un indizio dell’eterno
Dimenticavo il rosmarino,
decorato dalla grazia discreta
del suo indaco fiore
rinato dopo la brutta avventura
che l’aveva spezzato
e i miosotis piccini
che vantano un nome importante
dividendoselo in tanti
senza litigi meschini
Qui dove vivo
si vive una vita schiva
il giorno riproduce il giorno
così come viene
ignaro che dal paleolitico
siamo arrivati già all’antropocene
Guardo i fili d’erba uno ad uno
come farebbe Calvino
ricordando sua madre
e penso che contarli sia cosa da poco
e la misura niente
per questa vita che rinasce misteriosamente
io vedo in ogni scampolo di mondo
una cucitura, un bottone, un occhiello che tiene
la passamaneria che contiene un tratto di pensiero
insieme ai fili dell’orlo
e questo davanti a me
è un fazzoletto ricamato
un’arte antica come l’ago
arrivato a noi dai millenni
regalato dalla mano che l’ha inventato
senza bisogno di cattedre titoli o altri orpelli
qui vivo e penso il mio tempo ingombrante
come cosa da niente
non so quasi nulla di me
solo che in questo mistero
è stato tracciato il mio breve sentiero
e la sua minuscola bellezza che non capisco
lenisce ogni momento la mia tristezza