Sono fortunata

Sono fortunata
non mi sono messa per mare
con i figli bambini
non sono annegata
non sono diventata numero tra tanti
non sono corpo ucciso in mezzo a macerie e morti
non sono ferma dietro un filo spinato
in un campo di speranti
non ho abbandonato mia madre
e mio padre è morto nel suo letto
nella mia casa
che non è crollata
per una bomba o il terremoto
o una ruspa assassina
arrivata all’alba
com’è accaduto in Palestina
Non mi ha investita uno tsunami
e non ero sul posto di una radiazione
non sono stata stuprata
non sono stata incenerita
Le persone amate
se ne sono andate per malattia o vecchiaia
qualcuna troppo presto ha lasciato una ferita profonda
ora rimarginata
sono scampata alla malattia più alla moda
e all’ultima arrivata
il dolore non è sfregio immondo
ma un mattone insieme a tanti
della vita
Non sono affamata
e la notte affondo placida nel sonno
lasciando il mio corpo abbandonato
alla cura di una stanza conosciuta
sono fortunata e non so come dividere
la mia ventura
con chi è sventurata
con chi vive maledicendo l’essere nato
non so come condividere
almeno quel poco che basti
ad aprire una strada
sostenere un tratto di cammino
placare per un momento la mia coscienza
colmare il debito che mi apre gli occhi
al mattino
togliere ai passi che mi restano
i lacci e le catene di una complicità non richiesta
lasciare una diversa eredità
pulita anche dall’impotenza che mi resta