Chi convoca una manifestazione ha generalmente il potere di farlo e cioè, al minimo, un luogo da utilizzare liberamente per un primo confronto di idee, mezzi per renderlo visibile e un potenziale consenso, dato dalla posizione sociale che occupa e dalla rilevanza politica che ne deriva.
Sono contenta che esistano donne autorevoli e che alcune di queste donne abbiano proposto a tutte di manifestare, dicendo implicitamente che da sole non ce la fanno, che senza di noi, visibili, nelle piazze e ovunque, le loro parole sono deboli, la cittadinanza dei loro pensieri più incerta, la loro visibilità più occultabile anche se vivono carriere di onesta raggiunta parità ai livelli più alti di responsabilità e accesso alle risorse. Leggi tutto “Donne “manifeste””