“La morte della natura”: l’ecofemminismo salverà il mondo?

Università degli Studi di Bergamo
Dottorato in Antropologia ed Epistemologia della Complessità
Elaborato per il corso di Epistemologia della scienza
2009

INTRODUZIONE

L’esclusione delle donne dalla scienza, la nascita del capitalismo con la definizione “forte” di lavoro di produzione della merce e l’oscuramento dei lavori della riproduzione, o una loro definizione “debole” come servizi quando sono messi sul mercato, l’esaltazione del dominio sulla natura ridotta a materia inerte a disposizione dell’esperimento e dello sfruttamento, sono fenomeni coevi che segnano quel grande cambiamento nella percezione del mondo e nel modo di abitarlo, socialmente e politicamente, che ancora oggi viene definito come inizio del progresso, nonostante l’evidente insostenibilità ambientale accompagnata da diffusa sofferenza umana.
Qual è il legame tra l’immagine del mondo che si deposita in ogni disciplina definendone la scientificità, e quindi la “credibilità”, a partire dall’alienazione del punto di vista e dall’assunzione di un soggetto unico, maschio bianco adulto sano, che diventando paradigma della conoscenza può inventare l’oggettività, e la riduzione delle donne a corpo, e dei corpi a materia, risorsa a disposizione per qualsiasi sfruttamento o guerra? Leggi tutto ““La morte della natura”: l’ecofemminismo salverà il mondo?”

Donne e politica, donne e potere

Quali parole per la rivoluzione?

Ho spesso fantasticato su quali parole avrebbero utilizzato le donne della Rivoluzione francese se i tempi, le loro storie dentro la grande storia, fossero stati meno convulsi, invece della nota triade, libertà uguaglianza fraternità, le prime due altisonanti e la terza decisamente sessista, come ha dimostrato l’uso della ghigliottina appena qualche donna, come Olympe De Gouges, ha cercato di declinarle al femminile.

Per me suonano bene Possibilità, Opportunità, Responsabilità, che certo possono risultare ambigue alle orecchie di qualcuno, ma quale parola non lo è in questi tempi di frammentazione delle vite, confusione dei sentimenti, manipolazione dei significati, proprio a cominciare da libertà, spesso sinonimo di prevaricazione e uguaglianza, interiorizzata come corsa ad eguagliare il peggio.

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Una storia d’origine: Sesso e Temperamento di Margaret Mead

Università degli Studi di Bergamo

Dottorato in Antropologia ed Epistemologia della Complessità

UNA STORIA D’ORIGINE, la mia storia d’origine

Sesso e Temperamento, di Margaret Mead

Elaborato per il corso di Antropologia Culturale   2009

Il problema che io mi pongo è di studiare il condizionamento delle personalità sociali dei due sessi, nella speranza che una simile indagine getti qualche luce sulle differenze dei sessi. Io condividevo l’opinione generale della nostra società, che vi fosse un temperamento sessuale congenito (…) Ero lungi dal sospettare che i temperamenti da noi considerati come congeniti ad un sesso potessero essere invece semplici variazioni del temperamento umano.

New York, gennaio 1935                                                                                                                    Margaret Mead

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Il mondo comune delle donne (8 marzo 2009)

Cos’è accaduto a quel mondo comune delle donne in cui la molteplicità dei pensieri delle vite delle storie delle appartenenze navigava sul mare della solidarietà e del rispetto, sulla base dei diritti conquistati?

Dove sono finiti i vent’anni di straordinaria sperimentazione politica dell’Udi tra l’XI e il XIV Congresso, 1982-2003, il dibattito sul rapporto tra rappresentanza e rappresentazione, l’appartenenza non come dichiarazione ma come storia, biografia individuale che s’intreccia nella collettività tra convergenze e divergenze, le responsabilità condivise e mai individualmente affidate, il criterio della rotazione delle funzioni, la trasparenza dei bilanci, mai semplicemente economici? Leggi tutto “Il mondo comune delle donne (8 marzo 2009)”

Difendere la legge 194

La periodica aggressione nei confronti della legge 194 rappresenta l’indicatore più evidente del progressivo degrado della vita politica, così come il costante attacco all’applicazione della legge stessa favorisce e s’intreccia con quella crescente violenza sulle donne che segnala il degrado della vita civile.

Le donne rispondono con mille forme di resistenza quotidiana e con la visibilità del multiforme mondo dell’aggregazione femminile, come abbiamo visto nell’ultima manifestazione.

Sappiamo tutte però che non basta. Leggi tutto “Difendere la legge 194”

Tra responsabilità e cura

La storia in cui si riconosce l’occidente racconta l’origine della politica come contratto tra maschi liberi e autoctoni che hanno sedimentato da qualche secolo, per eredità di generazione, il diritto di proprietà e si misurano tra loro dentro un modello di Stato che governa, attraverso un sistema di patti regole e leggi, scritte e non, la personale e reciproca utilità.
La guerra e la sopraffazione sono incluse come legittimi mezzi di alternanza e/o condivisa sospensione delle regole civili a favore del militare, perché nel patto è implicito che le “utilità” legittimamente riconosciute non riguardano la conservazione delle vite umane individuali e certamente non quelle dei soggetti che non partecipano del patto stesso, più o meno variamente nei secoli: stranieri, schiavi, lavoratori, proletari, non possidenti, handicappati, neri gialli rossi, indigeni e, ovviamente, donne, cioè straniere, schiave, lavoratrici, proletarie, povere, handicappate, nere gialle rosse, indigene, ma anche possidenti, ereditiere, principesse. Leggi tutto “Tra responsabilità e cura”

Umano, postumano

Nel momento in cui le donne cominciano a rendere visibile la storia, a lungo rimossa e dimenticata, del proprio genere e vi fondano un agire sociale che ripensa prima di tutto la cittadinanza e poi tutte le relazioni umane nel loro esprimersi privato e politico, il tema dell’identità diventa centrale.

Tra il corpo e la parola si aprono finalmente tutti gli interrogativi che rappresentano possibilità e opportunità inedite, e non solo per le donne, ma che, proprio per questo, toccano tutti i livelli del potere che quasi sempre trova nel determinismo biologico dei ruoli sociali il mito fondativo di  ogni sopraffazione gerarchia violenza. Leggi tutto “Umano, postumano”

Intervista di Monica Lanfranco a Rosangela Pesenti

pubblicata su Liberazione il 23 agosto 2005


Non possiamo smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone
(Audre Lord)


1)Cominciamo proprio da Audre Lorde e la sua frase: sei d’accordo con lei? e cosa ti evoca questa affermazione?


Sono i corpi a pensare e la lingua che parliamo a formare e deformare il nostro pensiero. Le condizioni di vita, la nostra storia non sono solo il contesto in cui cresciamo e viviamo, diventano carne della nostra carne, la piegatura dei gesti, le abitudini del quotidiano, la forma della nostra sintassi, il vocabolario dei significati profondi. Leggi tutto “Intervista di Monica Lanfranco a Rosangela Pesenti”

Lisistrata

Sfrontata, e poi intelligente, ironica, spregiudicata, lungimirante, concreta e immaginosa, appassionata e lucida, solidale e sferzante: così l’ha pensata il suo autore e così giunge fino a noi, tutta contenuta nella concitazione dei dialoghi e quindi nell’inesauribile possibilità della messa in scena a cui si presta il teatro.
Lisistrata è una creatura di Aristofane, ci assicurano le fonti, ma come ogni personaggio è certo frutto di un tempo e di un mondo che si è depositato nell’immaginario dell’autore chiedendo a lui quella rivelazione di vita, quel di più di verità che sempre racchiude l’opera d’arte, proprio nel suo sottrarsi al puro e semplice rispecchiamento della realtà. Leggi tutto “Lisistrata”

Generazioni

Bimbe sognate, desiderate, amate.

Bimbe lasciate a rotolare per terra (e che non dicessero ‘come un maschio’), jeans, magliette e tute, abiti da consumare non da “riguardare”, bimbe che sapranno studiare. Cresciute senza confini, da grandi vorranno viaggiare.

Bimbe impossibili da governare.

Se penso alle generazioni di giovani donne che potrebbero essermi figlie per età, se le penso così come me le ritrovo in classe ogni mattina, il sentimento che prevale è una tenerezza venata d’ironia bonaria. Voglia di proteggerle e strapazzarle un po’, ammirata per la sconfinata capacità di apprendere, spaventata per l’inesauribile flessibilità con cui si adattano a tutto. Leggi tutto “Generazioni”