Come un abbraccio a distanza

Il mio primo 8 marzo in quarantena
penso a noi, donne,
penso alle donne tutte insieme e le penso una ad una,
penso le donne incontrate in tanti luoghi e anni della vita,
nei libri, negli abbracci,
nelle discussioni, nelle mie visioni
penso alle donne straziate
alle donne sopravvissute
alle resistenti
alle donne renitenti ai dettami del patriarcato
alle donne che hanno disertato
le guerre, le meschinità, le regole competitive,
alle donne della sanità
alle donne delle pulizie
alle insegnanti in streaming
alle assistenti, alle badanti, alle inservienti
a tutte le precarie, le invisibili, le sfruttate
ricercatrici, competenti, non riconosciute
penso alle donne attive ovunque
solidali, libere, leali
presenti
alle donne riconoscenti
penso alle donne sapienti
in lotta per ogni cosa
penso alle donne sorridenti
a noi che ci conosciamo
alle sconosciute
alle amiche perse
a quelle ritrovate
alle giovani appena incontrate
penso alla vita che comunque scorre
vi penso
e la mia solitudine è così affollata
che non mi basteranno i giorni di quarantena
per farvi sfilare tutte davanti a me una per una
lo so che pensarvi è poco o niente
ma provo a tenervi al sicuro
dentro la mia mente
vi regalo le mie parole
da indossare, se volete, sulla vostra voce
come un abito scambiato tra sorelle
anche a distanza sappiamo tutto della nostra pelle
sappiamo che le parole di una donna
vanno libere per il mondo
quando nessuna donna tace
quando nessuna donna va più a fondo