Questo non è un libro da leggere, è solo un promemoria.
Non fatevi fuorviare dall’elenco scarno e dal linguaggio impersonale, dentro ogni riga ci sono lotte e passioni; è un libro pieno di storie nascoste e generativo di storie: le vostre.
Non è un libro di storia, è un libro di tracce per non perdersi nella storia, per non perdere la propria storia.
Un libro incompleto e inconcluso.
Un promemoria per chi non si occupa in modo approfondito di studi storici e giuridici, per chi non ha tempo di approfondire, per chi vuole approfondire e cerca tracce, appunto.
Un libro per ricordare che la libertà delle donne rinasce sempre perché è civiltà.
Un libro per avere memoria.
Per le ragazze che stanno crescendo e studiano una storia in cui le donne appaiono qualche volta occasionalmente come se si affacciassero a guardare un paesaggio e poi tornassero a fare altro.
Per le donne adulte cresciute senza storia che corrono dalla mattina alla sera senza capire bene in che tempo e luogo sono capitate.
Per le donne che invecchiano e vedono cancellate giorno dopo giorno quelle che sono sembrate conquiste stabili.
Per i ragazzi che stanno crescendo in un clima di induzione alla violenza e possono imparare a resistere creativamente.
Per gli uomini che vogliono confrontarsi con la storia del dominio maschile e decidere quale strada prendere a qualsiasi età.
Per donne e uomini che si confrontano e si interrogano sulle relazioni tra donne e uomini.
Questo libro nasce dall’esperienza di insegnamento della storia nella scuola e come materiale d’uso nei corsi di formazione che ho tenuto fin dagli anni ’90.
Questo libro nasce dalla sollecitazione di tante donne, dalle domande aperte insieme che ancora mi accompagnano.
Questo libro è un frammento minimo di storia umana e riguarda il nostro tempo, il paese che abitiamo.
Sono elencate in ordine cronologico le principali leggi che riguardano le donne dall’unità d’Italia ad oggi ma non sono tutte le leggi che hanno inciso sulla vita delle donne e sulle relazioni tra donne e uomini nella trasmissione tra generazioni.
In corsivo sono inseriti alcuni eventi che riguardano il variegato emergere del movimento delle donne intorno alla questione della cittadinanza femminile, con richieste e riflessioni che interrogano profondamente i fondamenti dello stato di diritto.
Alcune tracce che segnalano il difficile cammino della parità giuridica nell’accesso al lavoro e all’istruzione, la lotta per far emergere la violenza strutturale contro le donne costringendo le istituzioni giuridiche a riconoscere i reati. Segni di lotte per cambiare le istituzioni che governano la vita collettiva del paese.
Sono poche e sintetiche tracce di un movimento molto più articolato e diffuso, perché il movimento delle donne ha attraversato tutti i contesti storici e tutte le istituzioni sociali, politiche, culturali, religiose.
Un movimento carsico che appare e scompare e riappare sempre imprevisto, magari cambiando nome, ignorato dalla politica e dalla comunicazione dominante, perseguitato e deriso, spesso considerato indecoroso immorale svergognato e poi inutile inopportuno superfluo, troppo innovativo o troppo antiquato, sempre inquietante e pericoloso per l’ordine patriarcale.
Questo movimento da qualche secolo si chiama femminismo.
Il movimento che nasce nelle vite reali di ognuna e cambia il mondo e continuerà a cambiarlo perché noi donne siamo figlie di una lunga storia.
Averlo reso invisibile è la debolezza della democrazia.
In molte abbiamo imparato che nessuna violenza può fermarci, complicità e sottomissione non danno vantaggi duraturi e la libertà richiede responsabilità.
Poche tracce, tra le tante, per ricordare che moltissime donne ovunque continuano a pensare, lavorare, lottare per la propria libera esistenza, che genera un mondo più giusto e libero per tutti, perché le donne non dimenticano le diverse condizioni ed età della vita, di cui si prendono cura, dall’infanzia alla vecchiaia.
Leggi contro, delle, per le donne
Nella storia della formazione di ogni sovranità o governo di territori, la posizione assegnata alle donne nella legislazione è l’indicatore più importante per comprendere l’orientamento e la cultura di una società.
Da qualche millennio e in particolare dal 1500, nell’Europa che si prepara a colonizzare il mondo con le armi, segnala una delle più feroci e durature discriminazioni nell’esercizio della libertà e nell’accesso alle risorse.
Una cronologia non è una storia ma un invito a riflettere sulla storia delle donne in questo paese. Ci obbliga a guardare dalla prospettiva femminile e ci consente di fissare tre criteri per leggere nel corpus delle leggi il cammino non lineare della democrazia.
Le leggi contro le donne nascono dalla misoginia patriarcale e da un’azione di forza, anche violenta, contro le legittime richieste delle donne; spesso mirano a costituire condizioni di ricattabilità attraverso interdizioni che rendono le donne dipendenti e asservite allo sfruttamento o, per minoranze, lusingate da privilegi.
Le leggi delle donne nascono dalla soggettività politica espressa dal variegato Movimento delle donne con autonome organizzazioni e gruppi sparsi ovunque, ottenute con grandi mobilitazioni in costante rapporto con deputate e senatrici capaci di recepire ed esprimerne le istanze collettive in azione parlamentare, anche al di là degli schieramenti di partito.
Una lunga storia, generata dentro l’opposizione al fascismo e la lotta di liberazione negli anni di occupazione nazifascista del territorio italiano durante la Seconda guerra mondiale, che percorre gli anni della repubblica fino ad oggi.
Le leggi per le donne sono quelle, rarissime, varate da un parlamento di uomini grazie ad alcuni coraggiosi disertori dell’ideologia patriarcale e del maschilismo diffuso, in contatto stretto con donne e associazioni, oppure leggi varate a favore di piccole quote di donne privilegiate: sono poche e quasi insignificanti perché in parlamento i numeri contano e la maggioranza si opponeva all’emancipazione giuridica che moltissime donne e qualche uomo chiedevano.
Dopo il 1946 possono essere considerate leggi per le donne alcune di quelle varate, dal parlamento ancora a maggioranza maschile, per affrontare la crescente violenza maschile contro le donne: leggi che nascono dalle richieste di molti gruppi e associazioni di donne, varate spesso dichiarando un’emergenza come se il fenomeno non fosse strutturale, ma proposte discusse e approvate dentro la stretta cerchia istituzionale, con qualche audizione di associazioni storiche delle donne.
Sono criteri solo indicativi, provocazioni per sollecitare domande, ricerca, approfondimento, pensieri, azioni.